Sono arrivate a Sokponta le mascherine della biellese River Confezioni
Nei mesi scorsi la River Confezioni, azienda biellese che confeziona sciarpe, plaid, stole per l’alta moda ha donato alla Fondazione Maria Bonino 600 mascherine lavabili prodotte da loro e destinate a uno dei paesi africani in cui la Fondazione Maria Bonino sostiene i progetti di cura dei bambini malnutriti. Consegnate alcune settimane fa ai referenti del progetto attivo a Sokponta in Benin, una volta arrivate a destinazione sono state affidate a Narcisse, responsabile amministrativo dell’Ospedale pediatrico locale, che le ha consegnate al personale sanitario interno formato da circa 50 persone. Recentemente il Ministero della Salute del Benin ha individuato nell’Ospedale pediatrico di Sokponta il centro di riferimento per la malnutrizione all’interno del dipartimento di Les Collines grazie all’importante lavoro svolto in Ospedale e sul territorio nella cura della malnutrizione severa e cronica dei bambini.
La donazione
La River Confezioni ha deciso di convertire temporaneamente una parte della filiera produttiva durante il primo lockdown. “La nostra è una piccola realtà” spiega Andrea Fiume proprietario della River Confezioni “specializzata nella confezione di accessori tessili e nei mesi scorsi abbiamo deciso di produrre le mascherine per garantire il più possibile il lavoro a tutti i nostri collaboratori. Abbiamo così disegnato un prototipo di mascherina che si adattasse a tutte le fisionomie e lo abbiamo confezionato con la macchina piana, la macchina da cucire industriale, con un tessuto non tessuto già utilizzato da aziende alle quali era stata riconosciuta la certificazione di conformità. Successivamente abbiamo realizzato le mascherine consegnate in primo luogo ai dipendenti”. Per produrre mille mascherine è necessario il lavoro di cinque addetti per due giorni.
Le mascherine sono confezionate in buste singole e prodotte nel rispetto del DL del 17/3/2020 e della circolare del Ministero della salute del 18/3/2020.
Per saperne di più sul progetto che sosteniamo in Benin
Una nutrizionista locale cura i piccoli pazienti ricoverati all’Ospedale pediatrico di Sokponta con un mix di nutrienti iperproteici e dopo le dimissioni dei bambini dall’ospedale fornisce assistenza alle mamme nei villaggi.
Il 1 aprile 2019 è partito il programma di finanziamento del progetto di cura della malnutrizione cronica e acuta in Benin (Africa Centro-Occidentale), nato dalla collaborazione con l’Abbraccio Onlus Associazione di Volontariato di Fubine, che opera sul territorio dal 2006, e la Cooperativa Sociale Minerva. Il progetto prevede la presa in carico dei bambini malnutriti che arrivano all’Ospedale pediatrico di Sokponta, nel Comune di Glazoué, e la distribuzione dei pasti dopo che sono stati ricoverati. La dieta è a base di latte speciale, di creme e biscotti ipercalorici, frutto di una ricerca sulla composizione di ingredienti ad alto contenuto nutritivo, prodotti localmente e testati da nutrizionisti canadesi.
La Fondazione Maria Bonino acquista tutto il necessario per la preparazione dei pasti e retribuisce la nutrizionista locale Haniel Montcho che collabora con Nutrition sans Frontières. L’esperta è stata selezionata per il progetto proprio dall’Organizzazione umanitaria canadese che si occupa di contrasto alla malnutrizione severa capace di mettere in grave pericolo la salute e lo sviluppo corporeo e psichico dei bambini che ne sono affetti.
Che cosa fa la nutrizionista
Nell’arco di alcuni mesi Haniel Montcho ha individuato il numero di bambini ricoverati affetti da malnutrizione severa, cronica e acuta seguendo le indicazioni delle tabelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e i protocolli adottati dalla Sanità del Benin. Si occupa anche della formazione degli operatori in servizio presso l’Ospedale pediatrico e di fornire alle mamme dei bambini ricoverati informazioni utili sulla dieta da seguire per nutrire i propri figli dopo il ricovero. Monitora, poi, i controlli periodici dei piccoli pazienti dopo le dimissioni dall’Ospedale.
Attualmente Haniel si sposta anche sul territorio per aiutare le mamme che vivono nei villaggi, e hanno come centro ospedaliero di riferimento l’Ospedale pediatrico di Sokponta, a individuare la giusta dieta per i loro bambini e per somministrare, se necessario, i pasti iperproteici. Anche in questa fase del progetto vengono raccolti i dati sulla malnutrizione che affligge i bambini allo scopo di programmare sempre meglio gli interventi necessari.