Nell’ospedale Notre-Dame gestito dai padri della Consolata, a Neisu nella Repubblica Democratica del Congo, sosteniamo l’assistenza e la cura dei bambini malnutriti ricoverati e, in parte, i costi sanitari per i bambini che hanno bisogno di trasfusioni nei mesi in cui, per la malaria, cresce l’emergenza sanitaria.
Ivo Lazzaroni, missionario laico, è il direttore dell’ospedale che serve un territorio di 80 mila abitanti ed è collegato a numerosi centri di salute periferici gestiti direttamente dal centro ospedaliero. A lui abbiamo chiesto quali sono le difficoltà che l’ospedale affronta nei mesi in cui iniziano le piogge. «Sono mesi, tra aprile e maggio, in cui i bambini arrivano in ospedale spesso anemici a causa della malaria», afferma Lazzaroni « provengono dalla zona di Neisu ma, molti, dai villaggi limitrofi. Il centro ospedaliero gestisce 12 dispensari in piena foresta che servono proprio per la prima cura soprattutto della malaria. In casi gravi, quando i bambini arrivano già anemici, vengono trasferiti direttamente in ospedale.
Ci sono periodi in cui il tasso di ricoveri è molto elevato, ne ricoveriamo anche un centinaio nel giro di due o tre giorni. Sono bambini di due o tre anni o poco più grandi, che vengono accompagnati da un familiare e hanno affrontato in molti casi un viaggio in motocicletta anche di 50 chilometri. Arrivano spesso di notte e, in numero elevato, per la gravità delle condizioni di salute hanno bisogno immediatamente di una trasfusione di sangue.
Se l’accompagnatore non è compatibile bisogna cercare un donatore a Neisu, o nei dintorni, e a farlo è il familiare del bambino, che deve pagare la donazione di sangue se questo risulta compatibile dopo le analisi effettuate in ospedale. Oltre alle spese di trasporto, si aggiungono quindi quelle sostenute per il donatore, per la sacca in cui viene raccolto il sangue e per i medicinali. In presenza di un quadro clinico grave non sempre riusciamo a intervenire in modo risolutivo e, purtroppo, molti bambini non ce la fanno anche dopo la trasfusione.
Altri muoiono lì, in ospedale, mentre aspettano che sia trovato un donatore. Nella maggior parte dei casi, poi, le famiglie non sono in grado di sostenere tutti i costi e interviene l’ospedale fornendo cure gratuite». La malaria, nella popolazione infantile e adulta, viene curata con il chinino somministrato con flebo o per bocca, con compresse, se il paziente non tollera la flebo.