Giovanni Bertoglio in Uganda per la Fondazione Maria Bonino. Il nipote di Maria Bonino tra il mese di novembre e dicembre del 2023 ha avuto modo di visitare le missioni di Ediofe (provincia del West Nile) e il celebre St. Mary’s Lacor Hospital, di Gulu.
Il suo racconto di viaggio.
Missioni di Ediofe: il dispensario medico locale
Presso Ediofe la Fondazione finanzia da più di 15 anni il dispensario medico locale: una struttura importante per la comunità del posto, che spesso ha difficoltà ad accedere alle cure più basilari sia per ragioni economiche, che per ragioni logistiche. Il dispensario è infatti localizzato in una zona popolosa ma con scarsità di strutture mediche, questa realtà rappresenta quindi una occasione di accesso alle cure per gli abitanti della zona, i quali possono accedervi a costi molto ridotti.
Sr Laura Germiniani porta avanti la missione di Sr Paola
Questo Centro di Salute è diretto e gestito da un gruppo di religiose missionarie, che oltre a occuparsi dei bisogni dei malati, danno il loro preziosissimo aiuto anche alla popolazione locale. Qui ho conosciuto Sr Laura Germiniani, di Viareggio, in Africa dai primi anni ’80. Sr Laura abita ad Arua da non molto ed è subentrata ad una sua consorella, Sr Paola Calliari. L’impegno alla missione di Sr Paola è indescrivibile. È grazie alla sua immensa energia, alla sua capacità manageriale di gestire le risorse a disposizione, e alla sua visione che è riuscita nel corso degli anni ad aiutare migliaia di persone. Lei ci ha lasciati e riposa ora ad Arua, ma il suo ricordo e la sua eredità vive con fervore nel cuore di chi l’ha conosciuta.
Gli incontri contro la malnutrizione
Sr Laura ora gestisce, con l’aiuto delle sue consorelle, il dispensario di Ediofe e dà continuità alla missione di Sr Paola portando aiuto ai giovani del posto. Come aiuti alla popolazione, nello specifico, la Fondazione Maria Bonino finanzia un incontro settimanale che si tiene presso il Centro di Salute, tra il personale medico e le famiglie composte da genitori con bimbi dagli 0 ai 5 anni di età, che si trovano in una situazione di malnutrizione più o meno severa.
Ai piccoli viene misurato il diametro del braccino con un apposito strumento chiamato “MUAC”, e questa rilevazione viene annotata settimana per settimana per avere dati specifici sull’andamento della loro salute. Questi incontri avvengono con regolarità settimanale in alternanza tra due gruppi di famiglie: una settimana sono presenti le famiglie di parti gemellari o plurigemellari; mentre la settimana dopo sarà il turno dei bimbi orfani, spesso di entrambi i genitori, e soventemente per causa dell’AIDS.
Al termine di questi incontri viene consegnato alle famiglie un pacco di cibo che durerà loro altre due settimane, e avrà lo scopo di garantire ai bambini una alimentazione sana e corretta fino all’incontro dopo. Vengono anche impartite all’accompagnatore nozioni base per accudire al meglio bambini così fragili, e come farli uscire da una situazione di malnutrizione in maniera sicura. La Fondazione Maria Bonino copre il costo di circa 15 euro per ogni bambino, ogni settimana, in modo tale che la visita sia a titolo gratuito per le famiglie. L’Ediofe Health Center accoglie ogni mese circa 180 bambini malnutriti.
Il personale sanitario del dispensario di Ediofe: l’esempio di Nassas
Presso il dispensario di Ediofe lavorano 40 persone, tra personale sanitario e addetti alle visite e personale di laboratorio. Ed è un bellissimo segnale vedere che molti di questi professionisti siano gente del posto, che hanno avuto la possibilità di fare carriera grazie agli aiuti della Fondazione Maria Bonino.
C’è l’esempio di Nassas, 31 anni e proveniente da una famiglia poligama: Nassas ha 27 fratelli e rimane orfano di mamma da molto giovane. Malgrado la sua forte vocazione allo studio e la sua spiccata capacità cognitiva, non ha alcun mezzo con cui farsi strada attraverso la periferia sud del mondo. È in una prigione senza possibilità di uscita, reo di essere nato nella parte “sbagliata” della Terra. E invece conosce la realtà delle Sorelle Missionarie Comboniane, nella persona di Sr Paola, che percepisce il suo potenziale capendo subito di che pasta è fatto questo bambino: grazie alle offerte ricevute dalla Fondazione Maria Bonino Sr Paola è stata in grado di “pagare il riscatto” per Nassas.
E Nassas con il suo grande impegno e talento è diventato infermiere e ha deciso di portare il suo servizio presso la stessa comunità nella quale è nato e cresciuto. Nassas è uno dei tanti che hanno avuto modo di sperimentare la generosità dei nostri donatori, e io con loro li ringrazio tutti, perché ho avuto modo di vedere la luce della soddisfazione e della speranza brillare in ciascuno di questi ragazzi: futuri maestri, ingegneri, dottoresse o tecnici idraulici e meccanici. Grazie.
Il nuovo reparto di pediatria del dispensario di Ediofe intitolato a Maria Bonino
Durante il mio soggiorno a Ediofe ho ricevuto un’altra grande notizia: la comunità locale in memoria della Dottoressa Maria Bonino, che si impegnò a titolo di volontaria presso il dispensario tra gli anni 2001 e 2002, ha deciso di intitolare il nuovo reparto di pediatria proprio a lei. È con riconoscenza e gratitudine che la Fondazione accoglie questa notizia, e ancora auspica che la memoria della Dottoressa Bonino rimanga viva non solamente dove si è spesa fino alla fine, ma un giorno abbia la possibilità di venire commemorata in un modo simile anche nella sua città natale dove, come Nassas e gli altri ragazzi, Maria individuò e seguì la sua vocazione.
Dal 2006 a oggi la Fondazione Maria Bonino ha donato 450.000 euro ai progetti di Ediofe, e grazie alla generosità dei nostri donatori, la nostra missione potrà proseguire ancora.
Il St. Mary’s Lacor Hospital di Gulu: continua il viaggio di Giovanni in Uganda per la Fondazione Maria Bonino
Dopo aver visitato Arua, mi sono spostato presso Gulu per conoscere di persona la realtà del St. Mary’s Lacor Hospital: un’oasi di avanguardia e altruismo in un deserto di povertà estrema. Qui ho avuto modo di conoscere Dominique Corti, dottoressa e componente del Consiglio d’Amministrazione dell’ospedale, nonchè presidente della Fondazione Corti di Milano. Con lei ho avuto il privilegio di poter visitare l’intera struttura ospedaliera conoscendo i tanti professionisti che lavorano in ciascuno dei reparti.
Il Lacor Hospital è il più all’avanguardia tra gli ospedali a gestione privata del paese, ed è equipaggiato con strutture e macchinari talvolta esclusivi nel panorama sanitario ugandese. Jacopo Barbieri è a capo del reparto tecnico dell’ospedale, ed è lui stesso a mostrarmi i complessi ma perfettamente integrati sistemi che permettono un corretto funzionamento del complesso ospedaliero; come la gestione dell’acqua potabile, quella dei rifiuti, e ancora quella delle acque reflue o, ancora più importante ma per nulla garantito, il sistema che genera e distribuisce ossigeno attraverso i reparti della struttura.
La missione del St Mary’s Lacor Hospital
La missione dell’ospedale è quella di garantire cure di alto livello a chiunque ne abbia necessità, a tariffe raggiungibili anche dalle persone più in difficoltà economica. Parlando con Dominique mi spiega: “Per accedere alle cure presso “il Lacor” -Hospital-, facciamo in modo che una persona non debba essere costretta a vendere la casa, come spesso succede in Uganda. Al massimo sarà costretta a vendere due polli o una capra: dopo la dimissione potrà tornare a vivere”.
La Fondazione Maria Bonino finanzia il St Mary’s Lacor Hospital, dove la dottoressa Bonino lavorò in qualità di dirigente medico nel reparto di pediatria dal 2002 al 2003, contribuendo il corrispettivo dello stipendio di due infermiere impiegate presso il nuovo reparto di pediatria dell’ospedale. La Fondazione Maria Bonino ha già finanziato, in passato, gli studi specialistici per una pediatra: la dottoressa Pamela, che è ora impiegata presso l’ospedale.
In questi primi 18 anni di attività, la Fondazione Maria Bonino si è impegnata a sostenere progetti in diversi paesi dell’Africa Sub-Sahariana raggiungendo la somma di 2.3 milioni di Euro e, grazie ai nostri donatori, volontari e collaboratori, da 18 anni si percorrono le strade tracciate da Maria Bonino. Queste sono strade tortuose, sconnesse, e che ti lasciano addosso la polvere di terra arancione dell’Africa; ma che crediamo valga la pena continuare a percorrere perché, come scrisse Maria Bonino: “ogni tanto capita di sentirmi come Don Chisciotte contro i mulini a vento, e mi perdo di coraggio. Mi rincuora pensare che, romantici rottami o no, siamo comunque rimasti in tanti ad avere ancora voglia di fare la nostra parte.”
Grazie per aiutarci a fare la nostra parte.
Giovanni Bertoglio, in Uganda per la Fondazione Maria Bonino.