L’ospedale Notre Dame de la Consolata è stato costruito nel 1984 a Neisu, un villaggio nella provincia orientale della Repubblica Democratica del Congo, dai missionari della Consolata. Dall’incontro avuto nelle scorse settimane con Ivo Lazzaroni, direttore del Notre Dame de la Consolata, sappiamo che l’area è prevalentemente agricola e, a differenza di altre, non ha avuto rappresaglie da parte dei guerriglieri. «Forse perché non ci sono grosse miniere di diamanti o d’oro, che attraggono le multinazionali interessate ad estrarre il minerale» ha spiegato Lazzaroni «la nostra è una zona povera rispetto ad altre».
12 centri sanitari di primo soccorso gestiti dall’Ospedale Notre Dame
L’ospedale gestisce anche 12 postazioni di primo soccorso che si trovano, come del resto il centro di cura stesso, in piena foresta e forniscono assistenza sanitaria di base in caso di malattie che non necessitano di ricovero. «La loro presenza su un territorio molto esteso evita spostamenti difficoltosi per le persone che vivono, nella maggior parte dei casi, anche a più di 60 km di distanza dagli ospedali e non possono contare su mezzi di trasporto», prosegue Ivo Lazzaroni «gli spostamenti, infatti, sono fatti a piedi o in bicicletta e nei casi più fortunati in motocicletta. Solo chi si rivolge ai centri di primo soccorso, e deve essere ricoverato, può contare sul trasporto all’Ospedale di Neisu effettuato con i mezzi di cui questi centri sono dotati».
Perché è fondamentale la presenza delle postazioni di primo soccorso sul territorio
La presenza dei centri di cura a cui rivolgersi per una prima diagnosi incide positivamente sulla salute e sulla qualità della vita delle persone, che sarebbero altrimenti costrette a percorrere lunghi e faticosi tratti di strada per lo più a piedi per acquistare i farmaci necessari a curarsi o per un consulto medico in caso di patologie lievi come la parassitosi nei bambini o la malaria in assenza di anemia per la quale è, invece, necessario il ricovero ospedaliero. Gestiscono anche la maternità e i parti. E, in caso di urgenze, è l’infermiere responsabile del dispensario che provvede a fare immediatamente trasferire le future mamme in ospedale.
Le cure ospedaliere in Africa sono a pagamento e la povertà spinge molti ad affidarsi ai guaritori
Le cure di cui sono capaci le postazioni di primo soccorso, tuttavia, non intercettano l’intera popolazione che vive nei villaggi in piena foresta come Neisu. La povertà diffusa spinge molti a rivolgersi ai guaritori poiché non hanno il denaro sufficiente per pagare, prima del ricovero, la visita medica, gli esami di laboratorio o gli altri accertamenti diagnostici necessari. Molti guaritori, poi, eseguono interventi chirurgici, per esempio di ernia, operando nelle abitazioni delle persone. «E’ successo» afferma Ivo Lazzaroni «e queste pratiche creano più danni che benefici ai malati. Moltissimi si curano ancora con le erbe ma molti altri hanno una scolarizzazione e comprendono l’importanza delle cure erogate da chi è formato e quindi sa come intervenire e somministrare correttamente i farmaci».
L’impegno della Fondazione Maria Bonino per l’Ospedale Notre Dame de la Consolata
La Fondazione Maria Bonino sostiene dal 2015 l’ospedale Notre Dame de la Consolata con 10.000 euro all’anno a favore dei piccoli malnutriti. Inoltre, ha sostenuto nel settembre 2021, la formazione specialistica di un medico, un infermiere e un tecnico di radiologia dell’ospedale con 5.500 euro complessivi.